Beato Pellegrino

2014-2017



Il progetto del Beato Pellegrino ha previsto di realizzare il nuovo polo umanistico dell’Università degli Studi di Padova nel complesso monumentale dell’ex Ospedale Geriatrico, situato nel cuore del centro cittadino di Padova, in un’area di circa 15 000 mq. Si è trattato quindi di una grande opera di ristrutturazione e riqualificazione, nonché di progettazione integrata.

Il progetto ha ricevuto una menzione d’onore regionale al Premio Barbara Cappochin.

  • Superfici 17.600 mq                                                             
  • Importo lavori 30.000.000 € circa
  • Servizi svolti Project Manager per conto dello Studio Architetti Mar, coordinamento RTP, progettazione esecutiva architettonica, progettazione costruttiva architettonica
  • Cliente Università degli Studi di Padova
  • Stato Incarico concluso – lavori eseguiti






Il complesso architettonico è riconducibile all’originario Convento del Beato Pellegrino, risalente al XVI secolo. Nel corso dei secoli il fabbricato ha subito diversi cambi di funzione e rimaneggiamenti.

Le linee guida del progetto sono state di conservare in modo rigoroso l’impostazione e gli elementi architettonici caratterizzanti la parte ottocentesca e di riorganizzare completamente la parte novecentesca.

Il progetto ha previsto di realizzare nel nuovo Polo Umanistico universitario tutti gli spazi necessari ad una struttura universitaria: una nuova biblioteca, aree didattiche ed amministrative, servizi.











Queste le parole della giuria del Premio Barbara Cappochin: “Il nuovo polo umanistico dell’Università di Padova si inserisce all’interno dell’area nell’ex Ospedale Geriatrico in modo rispettoso del contesto di cui valorizza le emergenze architettoniche e gli spazi aperti dei cortili ridefinendo un nuovo sistema di relazioni tra il complesso edilizio e la città. Il complesso progetto funzionale che comprende biblioteche, aule e uffici dei dipartimenti viene declinato grazie ad una attenta operazione di recupero dell’architettura ottocentesca e attraverso la demolizione delle parti incongrue. L’inserimento dei nuovi volumi consente, infine, di ridefinire i rapporti tra pieni e vuoti creando spazi permeabili al tessuto urbano circostante”.